Microsoft ha deciso che Skype deve essere più affidabile ora che è di sua proprietà, quindi per evitare gravi malfunzionamenti come quelli occorsi alcuni mesi fa, è stato deciso di sostituire i classici super-nodi con dei potenti server ospitati nei data center Microsoft.

Skype per garantire alte performance sfrutta un approccio P2P anziché Client-Server, ovvero durante una videochiamata siamo in contatto diretto con l’interlocutore, senza alcun server intermedio, al fine di permettere una migliore esperienza “real time”.
Questa rete P2P, formata quindi da milioni di nodi (gli utenti), prevedeva la presenza di alcuni super-nodi che mantenessero attiva la rete, coordinano la capacità di vedere i propri amici e di contattarli.
In pratica quando si accediamo a Skype sono i supernodi a dirci quali amici sono online e a fornirci gli indirizzi per instaurare connessioni dirette con loro.
Alcuni mesi fa alcuni super nodi sono caduti, facendo totalmente crollare l’intera rete e mostrando quindi una grave debolezza strutturale di Skype, a cui Microsoft ha deciso di porre rimedio.

La filosofia P2P di Skype rimane immutata, essendo proprio la carta vincente per le prestazioni, ma i super-nodi sono stati spostati nei data center Microsoft, divenendo quindi dei server potenti e affidabili, monitorati 24 ore su 24.
Si passa da 48.000 supernodi a 10.000 server Linux messi a disposizione da Microsoft, ma nonostante il numero sia sceso la potenza è aumentata a dismisura, dato che ogni server è capace di gestire fino a 100.000 utenti, inoltre un’architettura centralizzata è molto scalabile, cioè in qualsiasi momento Microsoft può decidere di aggiungere altri server laddove si rivelasse necessario.