Riconoscimento del volto Microsoft

L’impegno di Microsoft è volto a migliorare il riconoscimento del volto per adattarsi alle varie tonalità della pelle e ai vari generi degli individui.

Riconoscimento del volto migliorato

Con il lavoro che sta svolgendo, Microsoft afferma di essere riuscita a diminuire il numero di errori nel riconoscimento del volto di gente dalla pelle scura di più di 20 volte. Per le donne, l’errore è stato ridotto di circa 9 volte. In questo modo si andrà a migliorare l’accuratezza dei dati nelle diverse parti del Mondo.
Tra gli Azure Cognitive Services è presente Face API, che si occupa proprio di agevolare il riconoscimento del volto. Il team responsabile del servizio aveva come obiettivo quello di migliorare il sistema di classificazione dei generi, focalizzandosi sul migliorare i risultati in base alle tonalità di pelle. Questo ha portato a tre cambiamenti nelle API: dataset e training rivisitati, creazione di nuove collezioni di dati e miglioramento della classificazione dei generi.

Hanna Wallach, senior researcher nel laboratorio di ricerca Microsoft, ha commentato:

Abbiamo avuto diversi incontri su come rendere più corretto il nostro sistema. Abbiamo parlato degli sforzi nella raccolta dei dati per diversificare i dati di addestramento e abbiamo ottimizzato diverse strategie per testare internamente i nostri sistemi prima di implementarli. […] Se stiamo addestrando i sistemi di apprendimento automatico per imitare le decisioni prese in una società parziale, utilizzando dati generati da quella società, allora quei sistemi riprodurranno necessariamente anche i suoi pregiudizi. Questa è un’opportunità per pensare veramente a quali valori stiamo riflettendo nei nostri sistemi.

Il lavoro del team di ricerca Microsoft non si ferma qui: sono in corso costanti sforzi per migliorare ulteriormente il sistema di riconoscimento del volto. Cosa ne pensate dei progressi portati da Microsoft? Vedete anche una questione etica, oltre a quella meramente informatica? Fateci sapere la vostra opinione lasciando un commento.

Articolo di Windows Blog Italia
Fonte | Microsoft