2006 – Il nuovo Tablet Input Panel di Windows Vista

Tra la fine del 2005 ed il 2008 la strategia Microsoft sui Tablet PC cambia. Vengono ridotte le specifiche necessarie a costruire i dispositivi, vengono proposti gli UMPC e viene lanciato Windows Vista: si tenta di portare i Tablet PC alle masse.

Nonostante il successo in termini di dispositivi prodotti, i Tablet PC con Windows XP Tablet PC Edition hanno scarso successo commerciale riuscendo ad imporsi solo in particolari nicchie di mercato – di fatto le stesse che già utilizzavano i primi Pen Computers. Complici i prezzi altissimi, la scarsissima pubblicità e la non commercializzazione al di fuori del settore professionale – nessun Tablet PC viene ad esempio venduto all’interno delle catene di informatica – i Tablet PC restano inutilizzati e spesso ignorati dai più. La risposta di Microsoft non tarda e, tra il 2005 ed il 2008, si orienta su tre fronti.

La prima azione della casa capeggiata da Bill Gates è la riduzione delle richieste fatte ai produttori per poter installare Windows XP Tablet PC Edition sui loro dispositivi. La novità più significativa è la possibilità, per i progettisti, di non inserire digitalizzatori attivi all’interno dei propri dispositivi: l’opportunità viene sfruttata immediatamente e porta alla creazione di dispositivi come il Fujitsu Lifebook P1510 od il Dialogue FlyBook, entrambi caratterizzati da un form factor estremamente ridotto per l’epoca ma anche da un digitalizzatore passivo resistivo.
Il Fujitsu-Siemens Lifebook P1510, uno dei primi Tablet PC con digitalizzatore passivo resistivo

La perdita del digitalizzatore attivo permette un sensibile abbassamento del prezzo di produzione – spesso non seguito da un abbassamento di prezzo finale del dispositivo – ma anche la creazione di dispositivi utilizzabili non solo con la penna ma anche con le dita. Il tutto, però, è affiancato da una perdita di funzionalità per l’utente che non può più appoggiare con sicurezza il polso sullo schermo in fase di scrittura, muovere il cursore sullo schermo con il cosiddetto hoovering o prendere note con inchiostro digitale di alta qualità, motivo per cui la maggior parte dei dispositivi prodotti resterà legata a digitalizzatori attivi.

Per favorire la diffusione all’interno del normale mercato consumer Microsoft lancia invece il Progetto Origami e quindi gli Ultra-Mobile PC. Gli UMPC sono, come dice il nome stesso, Personal Computer ultraportatili ma, di fatto, si tratta di piccoli Tablet PC concepiti per offrire, all’interno di un dispositivo capace di entrare all’interno della tasca di un cappotto, tutte le funzionalità di un Personal Computer desktop . Indirizzati ad un mercato non professionale e proposti con Windows XP Tablet PC Edition affiancato per l’occasione dal Touch Pack per Tablet PC (successivamente rinominato “Origami Pack”) che offre tastiere su schermo ed applicazioni dedicate (tra cui quel Picture Password che ora viene tanto pubblicizzato come innovazione in Windows 8), gli UMPC hanno uno schermo la cui diagonale non può superare i sette pollici ma anche due gravissimi difetti. Il primo difetto, di cui ha colpa Microsoft, è la risoluzione dello schermo che si presenta come assolutamente insufficiente: le specifiche Microsoft permettevano risoluzioni minime di 800×480 pixel quando molte delle finestre dello stesso Windows XP hanno bisogno di almeno seicento pixel verticali per essere interamente visualizzate. La seconda problematica, legata al momento storico e alla mancanza di processori e componenti a bassissimo consumo, è la scarsissima autonomia dei dispositivi che raggiungevano le tre ore massime di vita, una di riproduzione video. Queste due problematiche, unite alla mancanza di novità rispetto ai Tablet PC e al prezzo decisamente elevato – nessuno dei produttori rispetta le richieste Microsoft di mantenere il prezzo contenuto e tutte le prime versioni degli UMPC costeranno più di mille euro – porteranno ad un mancato successo della nuova piattaforma. Solo con l’arrivo dei processori Atom e della seconda ondata degli UMPC le cose cambieranno ma nel frattempo saranno arrivati anche i molto più economici netbook che saranno anche utilizzabili con la tastiera fisica.

Una schermata dal Samsung Q1 Originale, uno dei primissimi UMPC. Colpisce subito il ridotto spazio di lavoro dovuto alla risoluzione 800×480

È però la terza risposta al modesto successo dei primi Tablet PC quella con cui Microsoft offre le maggiori innovazioni e possibilità. Questa risposta è niente di meno che un nuovo sistema operativo, ovvero Windows Vista.
Se Windows XP Tablet PC Edition è il sistema operativo che ha lanciato la piattaforma Tablet PC e spinto la quasi totalità dei produttori a dedicarsi al pen computing è con il suo successore Windows Vista che i Tablet PC cercano di entrare nel mercato consumer.
Con Vista la compagnia di Redmond prova una nuova strategia: i Tablet PC vengono proposti a tutti i potenziali utenti Windows, nessuno escluso. Microsoft rinuncia a creare una edizione di Windows dedicata quale era Windows XP Tablet PC Edition e le funzionalità di riconoscimento della scrittura, il TIP ed i programmi come Windows Journal od InkBall sono inseriti in ogni edizione di Windows Vista (con esclusione di Vista Basic).

Una schermata di un Tablet PC con Windows Vista Home Premium. Sono presenti InkNote, Sticky Note e Windows Journal, con note prese a mano sullo schermo. Il Pannello Input Penna di Tablet PC è pronto per essere attivato sul lato sinistro dello schermo

Viene quindi a mancare una delle grandi critiche portate dai produttori a Microsoft – il costo della licenza di Windows XP Tablet PC Edition era superiore a quello di Windows XP Professional – e le varie case possono produrre Tablet PC più economici risparmiando sulle licenze OEM (allo studente o al piccolo professionista Windows Vista Home Premium basta e avanza) ma soprattutto evitare di creare prodotti come l’Elettrodata NEV@DA TP od i primi Dialogue Flybook che, per risparmiare sulle licenze, utilizzavano Windows XP Home Edition o Windows XP Professional – e quindi permettevano l’uso della penna solo in modo estremamente limitato.

Presentando Windows Vista, Microsoft prova ad inserire i Tablet in ogni PC: il sistema operativo ricco di tutte le funzionalità Tablet PC si rivela però estremamente pesante e cade vittima di una campagna mediatica che lo distrugge. Ed anche i possessori di Tablet PC – generalmente dotati di processori a bassissimo voltaggio che permettono autonomie superiori a dispetto della potenza – sono poco spinti a compiere l’aggiornamento da Windows XP Tablet PC Edition; la conseguenza è che spesso le funzionalità Tablet PC di Windows Vista non vengono conosciute nemmeno dalle persone che usano i Tablet PC.

Il lavoro di Microsoft non risulta però vano: alla fine del 2006 i Tablet PC entrano per la prima volta nei negozi fisici grazie ad HP che lancia il primo Tablet PC non indirizzato al mercato professionale e dotato di scheda video dedicata: è il Pavilion tx1000. Questo convertibile negli anni si evolverà in tx1100, tx1200, tx1300, tx1400, tx2000, tx2100, tx2500 e tx2600 per poi diventare Touchsmart tx2 (quattro serie) e Touchsmart tm2 (altre quattro serie). Nelle sue varie versioni ed evoluzioni il Pavilion/Touchsmart rappresenta il Tablet PC più venduto nella storia, entrando in modo prepotente nel mercato educativo ma anche rubando spazio nel settore professionale. Sono però molto pochi i produttori che seguono l’esempio di HP e scelgono di dedicarsi al mercato consumer, e nessuno di essi vende in Italia.

Continua…