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Ne è passato parecchio di tempo da quando Gates ed Allen nel 1975 fondarono la Microsoft e Jobs e Wozniak, nel 1976, la Apple. Nonostante le passate primavere, l’ormai filantropo Bill ricorda il tempo passato con il rivale Jobs, scomparso nel 2011.
I più maliziosi potranno dire che il ricordo di Gates giunge quasi con ipocrisia ora che il collega/rivale è scomparso, ma, a noi, piace pensarla diversamente.

In un’intervista rilasciata alla CBS, nella trasmissione di approfondimento “60 Minutes” condotta dalla giornalista Charlie Rose, lo zio Bill, commosso e con un una lacrima che non aveva mai mostrato ai giornalisti, ricorda il fondatore di Apple. Un rapporto, quello dei due, che paradossalmente era a cavallo fra rispetto e rivalità.

«In un certo senso io e lui siamo cresciuti insieme. Più o meno della stessa età, siamo stati ingenuamente ottimisti e abbiamo costruito delle grandi compagnie.
E abbiamo soddisfatto ogni nostra fantasia nel creare prodotti e apprendere nuove cose. Spesso da rivali, ma abbiamo sempre mantenuto un certo rispetto e una certa comunicazione, anche quando Steve è stato male
».

Le parole di Bill Gates sembrano ricche di nostalgia. Nostalgia per un periodo che non ha mai rimpianto e che in altre molteplici interviste ha definito il più bello mai trascorso. A volte smorza con il suo classico “sorrisetto” un’evidente commozione che gli fa brillare gli occhi.
Gli attriti fra i due ci sono stati, ma la grande stima che li legava ha sempre scavalcato la distanza del ruolo che i media imponevano: il contrasto fra PC e Mac era rappresentato nelle figure di questi grandi uomini.
Commuovendosi e facendo commuovere, Gates racconta una delle ultime conversazioni avute con Jobs:

«Non era melanconico anzi anche in quell’ultimo incontro poco distante dalla sua morte era proiettato verso il futuro. Si chiedeva il motivo del ritardo dello sviluppo di alcune tecnologie per l’educazione; mi ha mostrato i progetti per la sua nuova barca, anche se entrambi sapevamo che non ci avrebbe mai messo piede».

Continua poi dicendo che dopo quell’incontro ce ne sarebbe dovuto essere un altro, una cena. Questa non si fece a causa della gravità delle condizioni di salute di Jobs che fece chiamare Bill dalla sua segretaria: «Digli che non vado perché sono uno stronzo!» (classica scusa usata dall’ingegnere di Cupertino per declinare impegni).
Infine Bill conferisce meriti al lavoro di Steven Paul «Noi abbiamo fatto i tablet ben prima di Apple, ne abbiamo fatti molti. Ma loro hanno messo insieme i pezzi in un modo che funziona» ed aggiunge «Invidiavo a Steve il senso del design. Il fatto che tutto debba soddisfare una certa estetica. La sue esperienza dimostra che il design può condurre lontano, a prodotti fenomenali. E poi Steve ne sapeva molto di brand, nel senso positivo, aveva un intuito per il marketing straordinario».

Il ricordo che l’ex CEO di Microsoft ci consegna non lascia spazio a polemiche, ci racconta solo una storia, una storia che è un po’ quella di tutti noi appassionati di informatica: la storia dei due uomini più importanti del XX e XXI secolo la cui rivalità ha fatto sì che il mondo dell’informatica progredisse dandoci oggi un mondo più semplice da gestire. Due uomini che sono saliti sulle spalle dei giganti.

Articolo di Windows Blog Italia
Autore | Fabio Ragni