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Come sicuramente saprete, il nuovo iPhone 5S monterà, per la prima volta su uno smartphone, un processore a 64-Bit. Dopo l’annuncio in molti si stanno chiedendo quali siano i benifici di questa scelta. Già a gennaio dello scorso anno vi parlammo, attraverso un articolo dedicato, di questa differenza, ma oggi contestualizzeremo il tutto al mondo degli smartphone.

Per iniziare lasciamo un attimo da parte gli smartphone e passiamo ai PC. Al giorno d’oggi la maggior parte dei PC utilizza infatti processori e sistemi operativi a 64-Bit. Questa scelta è obbligata da diversi fattori: primo tra tutti la maggiore quantità di RAM utilizzabile dal sistema che, nel caso di processori a 32-Bit, è limitata a 4 GB. Un altro fattore, strettamente collegato con il precedente, che ha contribuito alla diffusione delle architetture a 64-Bit, è l‘incremento della velocità con cui è possibile accedere ai dati. Se prima era necessario leggere da Hard Disk la maggior parte delle informazioni, ora i dati utilizzati dalle applicazioni in esecuzione vengono salvati nella RAM, decisamente più veloce rispetto al disco. A questo punto ci fermiamo: in realtà esistono altre motivazioni per cui un sistema a 64-Bit è da preferire a uno a 32-Bit, ma la spiegazione richiede notevoli competenze tecniche.

Ora che abbiamo visto i vantaggi principali dell’architettura a 64-Bit sui PC, proviamo a spostare il ragionamento sugli smartphone. Partiamo dal quantitativo di RAM: su uno smartphone 1 GB di memoria basta e avanza (vedi i top di gamma Windows Phone): quindi, escludendo rare eccezioni, siamo ben lontani dalla soglia massima dei 4 GB. Passiamo alla velocità di accesso ai dati. Se su PC il multitasking è ormai utilizzatissimo e deve gestire una notevole quantità di applicativi aperti contemporaneamente, sui piccoli schermi dello smartphone non si sente ancora questa necessità. Il multitasking esiste, ma risulta essere molto più limitato: abbiamo una sola applicazione visibile direttamente all’utente. 

Detto questo possiamo finalmente rispondere alla domanda titolo di questo articolo: no! Se da una parte non ne abbiamo ancora bisogno, dall’altra la scelta di Apple di farsi pioniera in questo campo (ancora inesplorato lato smartphone) non può che essere un incentivo a sperimentare nuove strade in un settore che non finirà mai di sorprenderci. 

Articolo di Windows Blog Italia