Se c’è una parola molto abusata nel decennio corrente questa è Cloud. Una parola preziosa, dietro la quale si nasconde il futuro dell’Information Technology, banalizzata e venduta da politici, markettari e imprenditori che hanno una vaga idea del vero significato di questo termine forse solo grazie al servizio iCloud preinstallato nel proprio Apple iPhone.

In effetti, avendo sempre tanto da insegnare nel campo del marketing, il colosso di Cupertino intuì l’importanza della nuvola già nel 2011, anno di lancio di iCloud. Ma Apple non è arrivata prima, neanche in questo caso: il cloud computing è ben più vecchio, anche se – come al solito – la casa della mela morsicata ha saputo venderlo meglio e prima di tutti gli altri.

Oggi, forse, non esiste alcun utente informatico che non usi almeno un servizio cloud: il progressivo affidamento parziale o totale delle proprie informazioni, dei propri dati, dei propri file alla nuovla è inevitabile. Senza pensarci troppo, senza leggere le note legali e i termini contrattuali affidiamo con leggerezza anche i nostri dati più sensibili a aziende del settore che offrono servizi, gratuiti o a pagamento, che indiscutibilmente ci semplificano – o complicano? – la vita. C’è chi è totalmente contrario a questo nuovo concetto di informatica e c’è chi si lascia trascinare dal progresso, ma c’è anche chi crede nel cloud, ci investe, propone idee e soluzioni in grado di stravolgere – in meglio, ovviamente – la vita delle persone.

Tralasciando i più banali usi del cloud che ci permette di usare Cortana, l’assistente personale di Microsoft, su ogni nostro device, OneDrive, grazie al quale possiamo accedere ai nostri file caricati sulla nuvola da ogni parte del mondo, eseguire il backup dei nostri dispositivi e sincronizzare informazioni e dati di app e giochi, oppure Office 365 (guida per averlo gratis per un anno con 1 TB di OneDrive incluso), la suite di produttività on-demand più usata al mondo, il cloud computing potenzia in modo esponenziale i nostri device, ormai diventati le nostre protesi digitali.

E per qualcuno la parola protesi non è poi tanto fuori luogo. In un recente progetto di Microsoft, degli occhiali muniti di telecamera riescono a raccontare verbalmente ai non vedenti ciò che li circonda, donandogli – in qualche modo – la vista.

Questi occhiali riescono a descrivere gli oggetti inquadrati, e persino il sesso, l’età e lo stato emotivo delle persone che si hanno di fronte. Va da sé che il motore in grado di elaborare tutte queste informazioni non è negli occhiali, e neanche nello smartphone collegato tramite Bluetooth, ma nella nuvola.

Senza parlare, poi, dei bot, annunciati al Build 2016 e presto in arrivo in Skype, app e pagine web.

Se siete interessati a conoscere maggiormente il tema, segnaliamo Cloud Day, un evento gratuito organizzato dal nostro Vito MacinaMicrosoft Italia in collaborazione con il Politecnico di Bari.

Il termine “Cloud” indica, nella sua definizione generale, una “Nuvola” di dati e servizi sempre accessibile grazie a una connessione, da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi luogo. Oggi stiamo assistendo a una grande rivoluzione nel mondo Internet grazie a questa nuova tecnologia in continua evoluzione e, per questo motivo, in collaborazione con Microsoft Italia, Politecnico di Bari e Azione Universitaria Politecnico, si svolgerà il primo Cloud Day a Bari per conoscere i vantaggi offerti da una piattaforma cloud aperta e in costante crescita.

La giornata è dedicata al mondo accademico, ai professionisti e ai più curiosi. Per un fortunato che sarà presente all’evento ci sarà la possibilità di ricevere il nuovissimo Lumia 650, utile per conoscere Windows 10 Mobile ed eventualmente sviluppare app basate sulla nuova Universal Windows Platform.

Copertina Cloud Day Politecnico di Bari

Per maggiori informazioni sull’evento, per l’agenda completa e per la registrazione all’evento vi rimandiamo alla pagina dedicata.

Qual è la vostra idea di Cloud? Credete che sia giusto sfruttare al massimo questa tecnologia oppure avete paura di come vengono gestiti i vostri dati personali?

Articolo di Windows Blog Italia