Nelle scorse ore sono trapelate nuove indiscrezioni interessanti sul prototipo con doppio display che starebbe testando internamente Microsoft.

AGGIORNAMENTO | Sono trapelati altri dettagli e specifiche tecniche dalla stessa fonte: il device ripiegabile di Microsoft avrebbe due schermi con aspect ratio 4:3 da 9“, con una risoluzione Full HD, che uniti avrebbero una diagonale complessiva di 13 con aspect ratio di 3:2 e un’interfaccia con una speciale con modalità libro“. Inoltre, il device potrebbe avere il supporto della connettività 5G. Microsoft prospetterebbe di vendere circa 30-40 mila unità al mese a partire dalla prima metà del 2020.

Surface con app Android?

Sono trapelate le informazioni che non vi aspettate sul presunto device dual-screen di Microsoft. Il Surface nome in codice Centaurus, secondo gli ultimi rumor, dovrebbe avere due schermi da 9 uniti da una cerniera e un processore Intel Lakefield a 10 nm.

Sebbene nessuno nutrisse alcun dubbio sulla fattibilità dal punto di vista hardware da parte della divisione Surface, rimangono tuttora molti interrogativi sull’esperienza d’uso che potrebbe avere un device di questo genere con a bordo Windows. Sappiamo già che su quest’ultimo debutterà il nuovo sistema operativo Windows Core OS (Windows Lite?), ma non sappiamo come Microsoft abbia risolto l’annoso app-gap – anzi, forse sì.
Proprio come tentato con Project Astoria per salvare Windows 10 Mobile, Microsoft potrebbe aver trovato un modo di far girare app Android a bordo del device dual-screen, risolvendo uno dei principali problemi dei dispositivi ultraportatili con a bordo Windows.

Microsoft sta testando un prototipo Surface con doppio schermo?

Conferme anche sulla la presunta data di lancio di Centaurus, potrebbe essere presentato o preannunciato addirittura alla fine di quest’anno per essere lanciato entro la prima metà del 2020.

Che ne pensate del ritorno alle app Android di Microsoft? Sarà la mossa giusta per lanciare un device dual-screen? Diteci la vostra nei commenti.

Articolo di Windows Blog Italia
Fonti | Forbes 1, 2