Satya Nadella Microsoft

Microsoft è stata accusata, assieme a tantissime altre aziende che operano a livello globale, di aver sfruttato di programmi di trasferimento di uiguri, obbligati poi a lavorare in fabbriche cinesi.

Microsoft e altre aziende avrebbero abusato di lavoro forzato in Cina

LAustralian Strategic Policy Institute ha pubblicato un nuovo report relativo a programmi di trasferimento abusivo dei lavoratori in Cina. In particolare, il governo cinese sarebbe stato scoperto nel trasferire forzatamente almeno 80’000 uiguri – una minoranza etnica dello Xinjiang – che sarebbero stati poi obbligati a lavorare in fabbriche cinesi nel periodo dal 2017 al 2019. Il report dell’ASPI espone la situazione tragica di questi lavoratori, costretti a corsi di mandarino, costantemente sorvegliati e obbligati a rinunciare a riunioni di ordine religioso.
Secondo l’Australian Strategic Policy Institute, quindi, molte aziende di tutto il mondo potrebbero aver approfittato di questo lavoro forzato nelle catene di montaggio per i loro prodotti: in tutto sarebbero 83 aziende, e tra queste figurano anche Microsoft, Apple, Google, Amazon, Samsung, Nokia, Huawei e altre.

Il governo cinese ha facilitato il trasferimento in massa di cittadini uiguri e di altre minoranze etniche dalla regione dell’estremo ovest dello Xinjiang verso fabbriche in tutto il paese. In condizioni che suggeriscono fortemente il lavoro forzato, gli uiguri lavorano in fabbriche che si trovano nelle catene di fornitura di almeno 83 noti marchi globali nella tecnologia… La ricerca dell’ASPI ha identificato 83 aziende straniere e cinesi che beneficiano direttamente o indirettamente dell’uso di lavoratori uiguri al di fuori dello Xinjiang attraverso programmi di trasferimento di manodopera potenzialmente abusivi nel 2019: Abercrombie & Fitch, Acer, Adidas, Alstom, Amazon, Apple, ASUS, BAIC Motor, BMW, Bombardier, Bosch, BYD, Calvin Klein, Candy, Carter’s, Cerruti 1881, Changan Automobile, Cisco, CRRC, Dell, Electrolux, Fila, Founder Group, GAC Group… Gap, Geely Auto, General Electric, General Motors, Google, H&M, Haier, Hart Schaffner Marx, Hisense, Hitachi, HP, HTC, Huawei, iFlyTek, Jack & Jones, Jaguar, Japan Display Inc, L.L.Bean, Lacoste, Land Rover, Lenovo, LG, Li-Ning, Mayor, Meizu, Mercedes-Benz, MG, Microsoft, Mitsubishi, Mitsumi, Nike, Nintendo, Nokia, The North Face, Oculus, Oppo, Panasonic, Polo Ralph Lauren, Puma, Roewe, SAIC Motor, Samsung, SGMW, Sharp, Siemens, Skechers, Sony, TDK, Tommy Hilfiger, Toshiba, Tsinghua Tongfang, Uniqlo, Victoria’s Secret, Vivo, Volkswagen, Xiaomi, Zara, Zegna, ZTE. Alcuni marchi sono legati a più fabbriche.

Microsoft coinvolta report lavoro forzato in Cina

La risposta di Microsoft

Microsoft ha risposto contattando i colleghi di Windows Central, fornendo la seguente risposta. L’azienda si impegnerà nell’investigare la situazione e agirà di conseguenza, condannando questa pratica.

Microsoft si impegna per un approvvigionamento responsabile ed etico. Prendiamo questa responsabilità molto seriamente e adottiamo misure significative per far rispettare le nostre politiche e il nostro codice di condotta a sostegno dei diritti umani, del lavoro, della salute e della sicurezza, della tutela dell’ambiente e dell’etica aziendale attraverso il nostro programma di garanzia. Tutte le forme di lavoro forzato sono specificamente vietate dal nostro Codice di condotta per i fornitori. Stiamo indagando sul report e adotteremo le misure appropriate in caso di violazioni del nostro codice di condotta.

Articolo di Windows Blog Italia
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