Le notizie su attacchi malware sono ormai all’ordine del giorno, ma la faccenda fa ancora più scalpore quando l’origine si rivela italiana.

CloudEYE protector copertura per i malware

Dietro il volto della società italiana CloudEYE, produttrice dell’omonimo software anti reverse-engineering per Windows, se ne celerebbe uno più oscuro. Stando ad alcune indagini condotte dalla società CheckPoint, all’interno del codice del malware GuLoader sarebbero stati trovati riferimenti al software CloudEYE Protector. Quest’ultimo sarebbe servito da vera e propria copertura per affari illeciti riguardanti DarkEye, un servizio di crittografia per malware realizzato e pubblicizzato agli acquirenti del software della società italiana, per un affare contabilizzato in più di 500’000 $. La società italiana ha sospeso ogni attività, dichiarandosi estranea alla faccenda.

Abbiamo appreso dagli organi di stampa che ignari utenti si sarebbero serviti della nostra piattaforma per perpetrare abusi di ogni tipo. Il nostro software di protezione nasce e si sviluppa per proteggere le opere intellettuali dagli abusi degli hacker e loro affiliati, non per seminare malware in giro per la rete. Pur non avendo la certezza che quanto riferito dai media corrisponda a verità, riteniamo opportuno sospendere a tempo indeterminato il nostro servizio. Siamo due giovani imprenditori, appassionati di sicurezza informatica e il nostro obiettivo è quello di arricchire la comunità scientifica con i nostri servizi, non quello di permettere un uso distorto della nostra opera intellettuale. Ringraziamo tutti i nostri clienti che dal 2015 hanno usato legalmente i nostri servizi. I clienti saranno rimborsati per i giorni di licenza acquistati e non goduti. Per maggiori informazioni contattateci per e-mail su info@securitycode.eu, riceverete una risposta entro 24 ore.

Al momento non è chiaro quali siano le reali responsabilità della società italiana, né se sia in corso un’indagine in merito da parte delle autorità italiane. Eravate a conoscenza di questa faccenda? Che ne pensate? Ditecelo nei commenti.

Articolo di Windows Blog Italia
Fonte | ZDNet