Il Presidente Microsoft è intervenuto attaccando Google sulla controversa questione della remunerazione dei contenuti sul web.

Microsoft Vs. Google

Dopo l’attacco ad Apple sulle politiche scorrette dell’App Store, è il turno di Google dopo la testimonianza scritta al Comitato Giudiziario della Camera del presidente Microsoft Brad Smith, che ha pubblicamente accusato l’azienda di Mountain View sostanzialmente di monopolizzare la remunerazione del settore del giornalismo online controllando il sistema di advertising.

Sebbene sia importante riconoscere che il traffico dai referral abbia valore, monetizzare quel traffico è diventato sempre più difficile per le testate giornalistiche perché la maggior parte dei profitti è stata spremuta da Google.
Google si è effettivamente trasformata nella “prima pagina” per le notizie, possedendo il rapporto di lettura e relegando i contenuti delle notizie sulle loro proprietà a un input di merce.

Secondo Microsoft i creatori di contenuti online non hanno possibilità di scelta o quasi di vendere i propri spazi pubblicitari, ma sono pressoché costretti a utilizzare i servizi e gli strumenti messi a disposizione da Google mettendola quindi in una posizione dominante e in grado di assorbire la quasi totalità dei profitti.

Le testate giornalistiche dispongono di spazi pubblicitari da vendere, ma non possono più vendere direttamente a coloro che desiderano inserire annunci. Invece, per tutti gli scopi pratici, devono utilizzare gli strumenti di Google, operare sugli scambi di annunci di Google, fornire dati alle operazioni di Google e pagare denaro a Google.

Microsoft ha quindi rotto le uova nel paniere di Google, ma la risposta non si è fatta attendere. Mountain View ha prontamente risposto che a Redmond vogliono distruggere il funzionamento del web aperto, con pesanti accuse nei confronti di Microsoft di voler approfittare di queste faccende per attaccare i propri rivali in maniera scorretta.

Rispettiamo il successo di Microsoft e competiamo duramente con loro nel cloud computing, nella ricerca, nelle app per la produttività, nelle videoconferenze, nella posta elettronica e in molte altre aree. Sfortunatamente, con l’intensificarsi della concorrenza in queste aree, stanno tornando al loro familiare playbook di attaccare i rivali e fare pressioni per regolamenti a vantaggio dei propri interessi. Ora stanno facendo affermazioni egoistiche e sono persino disposti a rompere il modo in cui funziona il web aperto nel tentativo di sconfiggere un rivale. E le loro affermazioni sulla nostra attività e su come lavoriamo con gli editori di notizie sono semplicemente sbagliate.

Ma non è tutto, Google non si è lasciata sfuggire l’occasione di replicare l’attacco punzecchiando Microsoft sulla faccenda SolarWind, che ha visto coinvolte numerose aziende in un vasto problema di sicurezza server dopo l’attacco hacker proveniente dalla Russia di vasta portata.

Non è un caso che il ritrovato interesse di Microsoft ad attaccarci arrivi sulla scia dell’attacco SolarWinds e in un momento in cui hanno consentito a decine di migliaia di clienti – comprese agenzie governative negli Stati Uniti, alleati della NATO, banche, organizzazioni non profit, telecomunicazioni fornitori, servizi pubblici, polizia, vigili del fuoco e unità di soccorso, ospedali e, presumibilmente, testate giornalistiche – da violare attivamente tramite le principali vulnerabilità di Microsoft. 

Che ne pensate di questa nuova battaglia tra Microsoft e Google? Vi sembra un comportamento corretto? Ditecelo nei commenti.

Articolo di Windows Blog Italia
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