Durante il processo che vede Apple faccia a faccia con Epic Games per le questioni legate all’App Store è stata tirata in ballo Microsoft.

21 MAGGIO 2021 | Nuova giornata del processo e nuovo attacco di Apple in quella che sembra una battaglia legale contro Microsoft. Stando a quanto sostengono gli avvocati di Cupertino, Microsoft starebbe usando Epic Games come cavallo di troia contro di Apple, arrivando a chiedere ai giudici di non ritenere valide le dichiarazioni dei testimoni Microsoft.

“Un osservatore ragionevole potrebbe chiedersi se Epic stia servendo da stalking horse per Microsoft. Microsoft si è protetta da scoperte significative in questo contenzioso non presentandosi come parte o inviando un rappresentante aziendale a testimoniare.”

18 MAGGIO 2021 | Apple torna sullo spinoso argomento del rifiuto dell’app di xCloud su iOS con la deposizione di Phil Schiller. Il giudice ha chiesto quale sia la differenza tra Netflix e xCloud in termini di fruizione contenuti e il dirigente Apple ha affermato che i giochi sono considerati come app indipendenti e dovrebbero essere trovabili e seguire le altre regole come singole app sull’App Store.

https://twitter.com/nickstatt/status/1394407086612693000

 

Apple tira in ballo Microsoft

Dopo l’attacco di Microsoft sulle policy dell’App Store, è il turno di Apple di mettere in mezzo Microsoft per le politiche degli Store. Durante il processo che vede Apple contro Epic Games, Microsoft ha testimoniato a favore di quest’ultima rispondendo alle domande circa il mercato delle app di iOS confrontato a quello di Xbox e le enormi difficoltà incontrate nell’approvazione dell’app di xCloud nell’App Store per via delle rigide regole imposte dalla società di Cupertino.
Apple ha fatto leva sul fatto che lo Store di Xbox percepisce una commissione del 30 % esattamente come l’App Store. Dal canto suo Microsoft ha ribadito che a differenza di Apple, pur essendo una piattaforma chiusa, non ottiene nessun margine di guadagno sulle console vendute, giustificando gli introiti da giochi e abbonamenti a differenza dei cospicui profitti percepiti con le vendite di iPhone e iPad. Microsoft ha sottolineato che sul Windows Store, essendo una piattaforma aperta dove esiste una reale concorrenza su molteplici device, le commissioni sono fissate a un tetto massimo del 12 %.
Gli avvocati Apple hanno incalzato Microsoft chiedendo se non ritenesse ingiusto e anticoncorrenziale applicare restrizioni su download, acquisiti in-app, store concorrenti e servizi di gioco in streaming concorrenti su Xbox, sottolineando l’ipocrisia dei dieci comandamenti di un buono Store stilati da Microsoft.
A sua discolpa Microsoft ha ribadito che Xbox e iOS sono piattaforme molto diverse, la prima orientata al solo gaming e a una stretta cerchia di utenti, la seconda molto più generica e aperta a un pubblico molto vasto.
Microsoft ha poi ribadito le scorrettezze di Apple nell’approvazione delle app e di fare pesi e misure diverse a seconda delle parti, citando ancora una volta la faccenda xCloud che li ha costretti a optare per un servizio offerto via a web a differenza dell’altro gigante dei contenuti in streaming Netflix, per il quale non è stata fatta alcuna difficoltà. Apple ha risposto che xCloud tramite Safari offre un’ottima esperienza di gioco e di aver collaborato e offerto tutto il supporto a Microsoft per portare il servizio di cloud-gaming su iPhone e iPad.

Che ne pensate di questa nuova vicenda tra Microsoft e Apple? Vi sembra un comportamento corretto? Ditecelo nei commenti.

Articolo di Windows Blog Italia
Fonte | ArsTechnica