Bing Travel, una delle nuove applicazioni Metro preistallate in Windows 8 Release Preview, è senza dubbio l’ultima celebrazione del turismo nella rete.

Centinaia e centinaia di destinazioni a portata di clik, esplorabili in video e in immagini, complete dei loro servizi al turismo: luoghi di visita, ricettività, ristorazione, trasporti, prezzi e quant’altro può esserci utile nella scelta del viaggio e mentre viaggiamo. E Bing Travel strizza l’occhio anche alle pratiche turistiche più bizzarre, per chi cerca emozioni forti in luoghi dove il pericolo è dietro l’angolo, o anche isole deserte e irraggiungibili…
E ancora al turismo rimanda il World Wonders Project: letteralmente un progetto sulle meraviglie del mondo: “Dalle aree archeologiche di Pompei al Memoriale della Pace di Hiroshima, il World Wonders Project di Google mira a far rivivere le meraviglie del mondo antico e di quello moderno“, così recita l’headline del sito. Un sito frutto della collaborazione tra Mountain View, Unesco, World Monument Fund e Getty Images.

Se mai ancora volessimo alzare le spalle e far finta di nulla, e continuare a pensare all’Italia come a un Paese come un altro, ecco che la cultura mondiale ci lancia un nuovo appello, che stavolta non circola solo negli ambienti ristretti dei colti e di quelli che frequentano le biblioteche, ma sugli schermi di tutti – ma proprio tutti – i milioni di computer e device esistenti e collegati a internet.

Ancora una volta il mondo ci ricorda che l’Italia ha un concentrato di meraviglie straordinario: Firenze e il centro antico di Napoli, Venezia e gli scavi di Pompei, i trulli di Alberobello e la villa Adriana a Tivoli.

Giustamente i commentatori italiani si sono subito affrettati a esplorare gli effetti sul turismo. E come nel caso di siti come TripAdvisor, si è subito passati a rimandare agli effetti della dura realtà sulle proprie coscienze, per sollecitare i responsabili della tenuta e gestione di tale patrimonio a riflettere e magari a muoversi.

È chiaro che il mondo, e per mondo – va da sé – parliamo di quell’Occidente che ha rifondato se stesso in questi ultimi secoli, sta lavorando perché la rete lo rifletta come in uno specchio, con tutte le sue meraviglie e con tutte le sue transenne che sbarrano gli scavi di Pompei.  

Eh già! Magari i risvolti sul turismo e sul governo dell’immaginario turistico fossero immediati e importanti! Quando nel 1908 ci fu il terremoto di Messina, il Touring club italiano, che stava lavorando alla fondazione dell’identità turistica nazionale, scese in Sicilia per documentare con la moderna tecnica fotografica i corpi  della povera gente che non era riuscita a salvarsi e che dopo mesi erano ancora lì, per strada, ormai mummificati. Anche allora si sperò nella tecnologia per sollecitare amministratori e politici a fare presto. Ma presto ovviamente non si fece.

Ciò che vale è l’assunto che immaginario e realtà sono le due facce di una stessa medaglia e che di mezzo non c’è tecnologia che tenga. Si può desiderare di visitare Colonia anche solo sentendo un profumo, si può aborrire al pensiero di andare nel più povero paese indiano, anche se ci assicurano che proprio di lì viene l’incenso che pervade i nostri momenti d’amore. E allora non pensiamo alla tecnologia come a uno strumento che valuta la cultura, – in questo caso anche la cultura politica – ma che, piuttosto, è capace di generare cultura. Che il pensiero tenga il passo veloce della tecnologia: perché le meraviglie del mondo di World Wonders Project sono individuate sulla scorta di categorie filosofiche di troppi secoli fa, le stesse su cui poggia Bing Travel, dove il turismo – leggi Occidente – è celebrato e mai messo in discussione. E pensiamo piuttosto a una cultura che non si limiti a illustrare e a riprodurre se stessa – in buona sostanza l’Occidente, le sue categorie e dunque il suo turismo – ma che, proprio grazie alla tecnologia, e proprio partendo dall’esperienza turistica, esplori canali di scambio reali, e che, soprattutto, ci aiuti a crearne di nuovi, e magari anche più solidali.

Autrice | Annunziata Berrino